Intervista speciale ai fratelli Stefano e Gianfranco Gori, un binomio di arte, professionalità e tanta simpatia.
NOME: Stefano
COGNOME: Gori
PROFESSIONE: musicista, compositore, direttore e conduttore radiofonico, artista a 360°
SEGNO ZODIACALE: Vergine
CARATTERE: solare, dolce e positivo
SEGNI PARTICOLARI: bianco finto!
Stefano, Siamo pronti a fare un viaggio emozionante, sintonizzandoci sulle frequenze del buonumore: le frequenze sono state fondamentali per i tuoi “inizi”, sei partito con la radio.
Punto importantissimo della mia vita è stata la musica. A 8 anni ho iniziato lo studio di pianoforte, per arrivare al diploma. Partendo con la musica classica ma grazie a mio padre, che ha suonato nell’orchestra di Secondo Casadei , mi sono aperto alla musica in senso universale . Quando cominciai la mia avventura a Radio Gamma, che ho fondato assieme ad amici, era il l’8 giugno 1976. Quando andai nella prima sede a Castelvecchio di Savignano mia madre mi disse: “Tu sei nato con la voglia della radio!”. Me lo feci spiegare: mi raccontò che quando si sposò con mio babbo Marino andarono a vivere a San Mauro Pascoli e nell’appartamento in cui si trovava non avevano una radio. Allora mio padre collegò la radio di mio nonno (che viveva nel piano di sopra) con un filo mettendo un altoparlante nel loro appartamento, cosi che potesse ascoltarla anche da li ovviamente quello che ascoltavano i nonni! In quel periodo era in stato interessante – stava aspettando me e mi confidò che aveva… la “voglia” della radio!
E poi dal 1976, 44 anni di radio ci sono stati tutti!
Hai sicuramente avuto modo di collaborare con tanti personaggi
I primi tempi della radio sono stati meravigliosi perché quando si facevano i primi contratti si tornava magari con centomila lire , subito c’era il pensiero di comprare una nuova piastra o un nuovo microfono.
Negli anni ho avuto la fortuna di fare tanti incontri (amo definirli così), che ho sempre cercato di trasmettere ai ragazzi che intanto crescevano insieme a me. Mi consideravo, siccome amo lo sport , un allenatore in campo, quindi avevo da una parte il compito di direttore artistico ma sempre con un grandissimo rispetto nei confronti degli amici ascoltatori e amici sponsor, cercando di metterli ogni volta in situazioni di totale serenità e dialogo.
Un’emozione unica fu quando intervistai contemporaneamente Tonino dei Camaleonti, Maurizio Vandelli e il leader dei Dik Dik a San Remo: quando me li trovai tutti insieme per un attimo (in quel momento ero il conduttore radiofonico che li incontrava) mi sono rivisto a 18 anni quando andavo nel mitico Geo (locale da ballo) e da fan andavo a vederli esibirsi, naturalmente singolarmente.
Tantissimi i personaggi anche collegati alla collaborazione con Erreuno Tv: abbiamo avuto modo di incontrarne diversi soprattutto con la grande Nilla Pizzi. Avendo la fortuna di poter sedere vicino a lei in diverse occasioni al ristorante dopo gli spettacoli , rivivevo le emozioni di bambino con il suono delle campane della domenica, con i canti che mi riportano a scene familiari, instaurando un rapporto davvero speciale.
Com’è regalare emozioni?
Non ho mai pensato di regalarle, anche se ho sempre fatto il possibile per trasmettere positività. Una delle regole basilari di Radio Gamma e non solo in radio era l’educazione nel linguaggio, utilizzando frasi semplici, cosa che si è persa un po’ ultimamente, essendo consapevole di avere la responsabilità di sdoganare certi termini nella quotidianità per aiutare le nuove generazioni.
Tra le tante cose che ho fatto ricordo un’emozione particolare, quella di fare una trasmissione in diretta con Renzo Arbore, una grandissima soddisfazione . Due personaggi provenienti da contesti diversi però che in quel momento parlavano lo stesso linguaggio. con mia grande soddisfazione potei poi alla fine regalargli le radioline che da dare agli ospiti firmate Radio Gamma. Una sera a “Porta a Porta” festeggiavano i 100 anni in riferimento a Guglielmo Marconi, c’era ospite la figlia di Guglielmo Marconi e Renzo Arbore. Lui portò due radioline, una era la nostra.
Che soddisfazione!!
Un ricordo di Babbo Marino Gori, tromba dell’Orchestra Casadei ?
Tantissimi, io non amo molto andare al cimitero perché me lo immagino ancora qui sorridente come era lui. In albergo, quello gestito per tanti anni dalla nostra famiglia, c’era un pianoforte. Di solito alla sera si suonava sempre e, immancabilmente, si andava sulle note di “Romagna Mia” (che ha avuto la fortuna di incidere con Secondo ) e “Ciliegi Rosa”, ”Tornerai”. La “tromba d’oro” come l’aveva soprannominato Secondo aveva fatto anche una serenata insieme alla mamma, complice di un grande amore. Grande come la stima che avevano l’uno per l’altro.
NOME: Gianfranco
COGNOME: Gori
PROFESSIONE: Attore/regista
SEGNO ZODIACALE: Cancro
CARATTERE: affettivo
SEGNI PARTICOLARI: bellissimo
Gianfranco: Radio, Televisione, Teatro.. quali di questi hai nel cuore in modo particolare?
Il primo amore è stata la radio perché ho iniziato che avevo 12/13 anni nel ’76 agli albori di Radio Gamma , quando cominciai a fare i primi passaggi, quando mio fratello mi portava con sé. Passando a fare teatro radiofonico, che ha fatto nascere l’amore per la tv , grazie alla collaborazione di Erreuno tv (della vostra famiglia) facendo i primi speciali teleradiofonici legati a Sanremo. Una novità per quegli anni, riuscendo ad unire due realtà. La comunicazione poi è diventato il mio mondo
Comunque un amore che mi é stato trasmesso nel dna da mio padre Marino Gori (tromba dell’Orchestra di Secondo Casadei) insieme alla semplicità di comunicare.
Come nel tuo ultimo progetto su Secondo Casadei “Sento la nostalgia d’un passato” , che hai portato avanti con due grandi musicisti Simone Zanchini e Stefano Bedetti
SI, ho avuto il piacere di avervi avute in prima fila.. Simone che ritengo il più grande fisarmonicista del mondo, aperto ad una cultura musicale straordinaria che ha saputo raccogliere la musica di Secondo e ha creato “Casadei Secondo Me” unendo la sua vena jazz e la musica del maestro. Insieme a Stefano poi siamo riusciti a raccontare anche un po’ quello che succedeva dietro le quinte insieme ai racconti di Riccarda Casadei.
La forza dell’arte sta proprio nel riuscire a riportare e far rivivere i ricordi come un “qui e ora”. Tutti gli artisti che non sono più con noi in un certo senso sono sempre con noi attraverso l’arte che li rende eterni.
Su quale scala di valori metti queste tre voci: amore, lavoro e famiglia?
Sicuramente amore e famiglia li vedo molto complementari. Per quanto riguarda il lavoro io amo quello che facci, che comunque mi porta delle soddisfazioni, però è chiaro che se dovessi scegliere tra famiglia e lavoro sceglierei la famiglia come ho fatto più volte.
Tv, Radio e Teatro?
Uhh… che domandone!!! Li amo completamente tutti e tre alla stessa maniera.
Una passione che hai trasmesso ai tuoi figli
Devo dire che fortunatamente è una di quelle cose che possono essere trasmesse sia con il dna che con la voglia di fare. Sia a Giulia (la primogenita), che ha iniziato a suonare a 4 anni e che ora a 20 è già maestra e professoressa di musica insegnando pianoforte, che a GianLuca che a solo 7 anni è un grande appassionato di canto, esprime la volontà nel genere rock e canta le canzoni di Secondo. Chissà cosa succederà nei prossimi anni insieme…
La musica che unisce. La musica come terapia.
Assolutamente si! Viene fatta ascoltare in certe situazioni e dà dei risultati positivi come non a caso quella di Secondo Casadei che ha delle sonorità, delle cadenze, dei ritmi e soprattutto dei suoni che che arrivano al nostro inconscio e rende il nostro stato d’animo allegro. Come sappiamo “il riso fa buon sangue, la musica anche” !